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Kamala - La bambina lupo

Ultimo Aggiornamento: 08/05/2012 00:13
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Città: ROCCA DI PAPA
Età: 48
Sesso: Maschile
08/05/2012 00:13

La storia di Kamala ebbe inizio quando Singh, reverendo britannico, fu inviato come missionario a Midnapore in India. Il suo compito era quello di educare al cristianesimo alcuni rappresentanti delle tribù indigene, per poi riportarli tra la loro gente affinché divulgassero la dottrina appresa. Una notte dell’autunno del 1920, nei pressi di Godamuri, un uomo arrivò trafelato al villaggio: aveva visto con i propri occhi uno spirito maligno, un Manush-Bagha, vagare nella giungla. Dopo un primo momento di stupore Singh, presente al racconto, si incuriosì e volle ulteriori ragguagli, ma Chunarem, l’indigeno protagonista della vicenda, era impietrito dalla paura. Riavutosi, raccontò che lo spirito aveva sembianze umane, si muoveva carponi e aveva una spaventosa testa di fantasma. Il reverendo dapprima lo tranquillizzò, poi, un po’ per curiosità, un po’ per la splendida occasione di dimostrare l’infondatezza delle superstizioni, gli disse che sarebbe andato a fondo nella faccenda.

Il 9 ottobre 1920 Singh si fece accompagnare nel luogo dell’avvistamento, seguì le tracce finché non arrivò a una specie di grande formicaio. L’attesa non fu vana, verso l’imbrunire qualcosa si mosse: era una famiglia di lupi composta da adulti, cuccioli e da una strana creatura dotata di mani, piedi e dal corpo simile a quello di un essere umano che camminava a quattro zampe. Giusto la testa era orribile con quei capelli lunghi e aggrovigliati che coprivano le spalle e una parte del busto. Singh non ebbe alcun dubbio: era quello il fantasma di cui Chunarem aveva parlato!

Non è un fantasma, ma una bambina...

Mostra l’età di otto anni, in gran parte trascorsi in compagnia dei lupi che l’avevano rapita. Non conosce l’andatura eretta: quando cammina lo fa sulle mani aperte e sulle ginocchia, sulle quali si sono sviluppati grossi calli; quando corre lo fa velocissima sulle mani e sui piedi. Ha udito e olfatto sviluppatissimi e vede perfettamente al buio, con gli occhi leggermente fosforescenti. Ha bocca larga, con ossa mascellari rialzate e sporgenti; i denti sono fortissimi e i canini appaiono più sviluppati del normale. Tutta la sua struttura corporea denota forza e agilità; la pelle è sensibile al minimo tocco, ma non sembra avvertire né caldo né freddo. Non parla, ovviamente; gli unici suoni che emette sono un ringhiare sommesso e degli ululati raccapriccianti, che lancia solamente la notte.

Affidata ad un orfanotrofio di Midnapore, si cerca di farle recuperare l’umanità dimenticata. Ma è un compito molto difficile. Rifugge la luce del giorno e cerca di rifugiarsi in angoli bui. Deposita ovunque i propri escrementi. Rifiuta ogni genere di cibo, eccetto la carne cruda e il latte. Non sopporta alcun tipo di vestiario. Con molta pazienza, il rettore dell’orfanotrofio e la moglie tentano di rieducarla.

A lungo andare ottengono qualche risultato....

Kamala accetta vestiti, cibi coti e si convince a dormire su un letto invece che per terra. Devono passare quasi due anni, però, prima che si stabilisca una forma di comunicazione: chiestole se avesse fame, Kamala risponde con un cenno di capo, come a dire “si”. Un anno dopo impara a rimanere sulle ginocchia, senza ricadere immediatamente sulle mani e, nel 1923, riesce a stare un po’ in piedi, ma non può correre; intanto ha imparato a dormire con le gambe distese, anziché rannicchiarle contro il petto. Certe abitudini però non le ha ancora perse: cerca di rubare la carne cruda, beve l’acqua lappandola da una bacinella, non divide mai il cibo con gli altri bambini, anzi quando deve mangiare li scaccia ringhiando.

Nel 1924 inizia a pronunciare qualche parola semplice inerente al cibo e mostra di affezionarsi ai suoi tutori.

Quando morì, nel 1929, all’età di diciassette anni, le sue capacità intellettuali erano simili a quelle di una bambina di quattro anni, né aveva superato le abitudini che aveva contratto in passato: benché sapesse camminare in posizione eretta, per correre tornava alla posizione quadrupede…. Conosceva una cinquantina di parole, si era integrata nel gruppo con gli altri bambini ospiti dell’orfanotrofio, considerava il rettore e la moglie come i propri genitori.

Il caso di Kamala è solamente uno tra i numerosi episodi di bimbi allevati da animali che si conoscono. Quelli certi e documentati sono una cinquantina, dal Seicento ad oggi; di molti altri esistono solamente testimonianze. I bambini – lupo sono i più numerosi, una ventina circa in diverse parti del mondo; ma esistono anche bambini – orso (una decina) e poi bambini allevati da capre, pecore, maiali. Nel 1960 venne scoperto, nel Sahara spagnolo, un bambino dell’apparente età di dieci anni,che viveva in un branco di gazzelle.


"Nella pacatezza dello sguardo degli animali
parla ancora la saggezza della natura"
Arthur Schopenhauer
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